La sede

Il Palazzo Serbelloni, e ancora prima il Palazzo Bovara dell’architetto Soave, segna l’ingresso dei ceti più elevati nel tratto di Corso Venezia che andava dalla cerchia dei Navigli fino ai Bastioni.

In via Palestro, a maggior lustro della zona, sorge la Villa Belgioioso, poi Villa Reale, mentre il Collegio Elvetico si trasforma nel prestigioso Senato del Regno d’Italia napoleonico.

Da quest’epoca abitare nel Borgo di Porta Orientale, che la Cisalpina ribattezza Corso della Riconoscenza, è dunque un privilegio ambito da chi vuole dimostrare di possedere prestigio e ricchezza.

Il primo a sfruttare questa opportunità e a stupire i milanesi è Gaetano Belloni, arricchitosi grazie alla gestione del gioco d’azzardo del Ridotto della Scala, che si fa costruire quel maestoso edificio che prenderà in seguito il nome di Palazzo Rocca-Saporiti.

Accanto a questo sorgono nel periodo della Restaurazione altri più modesti edifici neoclassici che si mantengono sempre al livello dello stile elevato della strada.

Sorge anche all’angolo con la via Boschetti la casa Ciani, che poi diventerà la Casa Rossa dalle terracotte che la decoravano, un autentico motivo di attrazione “turistica” nella Milano del Risorgimento.

Nella seconda metà dell’Ottocento la borghesia milanese, diventata ormai padrona della città, sembra dimenticarsi di questa illustre arteria, distratta dai lucrosi affari offerti dai lavori in corso nella zona del Castello.

L’apertura di Via Dante e la grande lottizzazione della via XX settembre segnano infatti il trionfo del nuovo ceto di banchieri e industriali, che mirano ad un lusso di facciata.

Soltanto verso la fine del secolo questo ceto, o almeno i più raffinati tra i borghesi, ritrovano il gusto per le atmosfere rarefatte di Corso Venezia.

Gli esempi più rilevanti di questa nuova ondata di costruzioni sono il Palazzo Chiesa, i Palazzi Bocconi e il Palazzo Castiglioni, che segna l’avvento del nuovo stile liberty a Milano prima che questo stile ottenesse il suo effimero trionfo con l’Esposizione Internazionale del 1906.

A completare l’opera con un’ultima rifinitura, arriveranno in seguito le opere del Portaluppi: Palazzo Crespi, il Planetario e il grande arcone di via Salvini. L’ultimo sigillo, alla fine della strada, sarà la Torre di Lancia e Ponti, un piccolo capolavoro di ispirazione futurista.

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