Contrasto giurisprudenziale in materia di oneri pubblicitari collegati al negozio istitutivo di servitù.

Con la recente sentenza del 16 ottobre 2023 (n. 28694, rel. Scarpa), la Seconda sezione della Cassazione ha affermato che «qualora un contratto di compravendita di un fondo contenga un'ulteriore convenzione, costitutiva di un diritto di servitù in favore dell'immobile alienato ed a carico di altro fondo di proprietà del venditore, agli effetti dell'art. 17, co. 3 l. 52/1985, è necessario presentare distinte note di trascrizione per il negozio di trasferimento della proprietà e per la convenzione di costituzione della servitù, né rileva, ai fini della opponibilità della servitù ai terzi, la menzione del relativo titolo contrattuale nel quadro D della nota di trascrizione della vendita, trattandosi di inesattezza che induce incertezza sul rapporto giuridico a cui si riferisce l'atto» (Rv. 669191).

Così affermando, la Corte si esprime in aperto dissenso con la propria precedente sentenza del 24 giugno 2019 (rel. Gorjan, n. 16853) con cui aveva affermato che «affinché il negozio costitutivo di servitù, stipulato contestualmente ad un contratto di compravendita, possa considerarsi validamente trascritto, non occorre che la trascrizione di esso venga effettuata mediante presentazione di una specifica e separata nota, distinta da quella relativa alla vendita, essendo sufficiente che nell'unica nota di trascrizione sia stata fatta menzione della costituzione della servitù e che le indicazioni ivi riportate consentano di individuare, senza possibilità di equivoci o di incertezze, gli estremi essenziali della convenzione con riferimento ai beni ai quali la servitù si riferisce».

Pubblicheremo, a breve, un approfondimento dei possibili termini di una futura rimessione a Sezioni Unite.

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